Racconto l’esperienza che mi ha dato l’opportunità di fare qualcosa di nuovo

Non sono un light designer ma in questo caso necessità fa virtù. In questo articolo voglio raccontare la mia esperienza lavorativa. Sono stato chiamato dalla agenzia Club Animazione per ricoprire il ruolo di tecnico all’interno del villaggio Vascellero che si trova nel paesino di Cariati in provincia di Cosenza. Ascoltando le esigenze di scena e studiando il materiale a messo a disposizione ho potuto osare facendo una programmazione a tutto tondo dei musical messi in scena su questo palco. 

Come hai iniziato a interessarti al campo della tecnica dei musical e cosa ti ha ispirato a creare tutto da solo?

Ho iniziato ad interessarmi al mondo teatrale quando mi è stato proposto di lavorare come fonico per la mia prima tournèe, non conoscevo l’ambiente, era tutto da scoprire. La mia prima tournèe è stata con: “L’uomo dal fiore in bocca, l’ultima recita” con Sebastiano Lo Monaco, regia di Alessio Pizzech ed è iniziata a Novembre del 2022. Il mio lavoro era abbastanza semplice, gestivo 2/3 microfoni panoramici e un in-ear appositamente utilizzato per il suggeritore e mandavo delle basi musicali. Dallo svolgimento di “incarichi semplici” ho iniziato ad immaginare come sarebbe stato lavorare per un musical: attrezzature da gestire, audio, luci, video che si coadiuvano agli attori per diventare un unica forza travolgente ed esplosiva.

Successivamente la seconda tournée, questa volta con Milena Vukotich e Pino Micol in “Così è.. Se vi pare”, regia di Giuseppe Gleijeses.
Il lavoro che svolgevo era molto semplice ed era simile a quello della mia prima tournée. Di “Così è…Se vi pare” ricordo particolarmente quanto, attraverso i racconti professionali di colleghi, durante cene di fine lavoro, abbiano iniziato ad accendersi ulteriormente le mie fantasie, da lì la voglia di alimentare costantemente il desiderio di lavorare in maniera più “completa” ad un singolo spettacolo, immaginando come e da dove avrei potuto iniziare per creare uno show a tutto tondo.

Quali competenze e conoscenze hai sviluppato per gestire in modo indipendente l’audio, le luci e il video durante le rappresentazioni?

Sicuramente alcune conoscenze in campo luci e video di cui ero allo scuro fino al momento in cui non ho incominciato a relazionarmi con i software e le macchine che non avevo mai gestito. Dallo studio dei software alla gestione live delle luci. Per il video la stessa cosa! In anfiteatro è stato montato un ledwall di 6 metri per 2 che usavamo come sfondo per le scenografie dove si fruivano contenuti video e grafici. L’unica difficolta trovata è stata nel momento del cablaggio, e questa cosa non riesco ancora a spiegarmelo.. per inviare una immagine completa a questo enorme monitor vengono utilizzati 2 cavi ethernet che partono da un dispositivo chiamata matrice che gestisce i vari blocchi del ledwall.

Un cavo era gia predisposto, passiammo il nuovo cavo Ethernet come da specifiche del costruttore, testai il cavo con un semplice tester, era tutto funzionante, feci addirittura una rete LAN tra due computer per fare tutti i vari test sulla velocità, larghezza di banda, ping… arrivò il momento i cui colleghiamo il tutto al ledwall e lui si accese solo per metà! Dopo una notta di fatica mi senti sconfitto.. ma riuscimmo a trovare una soluzione portai la matrice vicino al ledwall cablai con due cavi ethernet molto più corti il tutto e con il cavo già esistente e funzionante con un extender HDMI riuscimmo a inviare le immagini e farlo funzionare, fu un successo! Ma ancora oggi sto cercando la risposta al non funzionamento di quel cavo, chissà!

Come hai affrontato le sfide tecniche di mettere a sincrono gli elementi audio, luci e video senza un team di supporto?

Si è stata una bella sfida impegnativa. Sfatiamo il mito del so le cose e funziona tutto! Per me è stata comunque una nuova sfida quindi ci è voluto del tempo per arrivare al risultato sperato.
Uno dei modi migliori per affrontare una nuova situazione è stato trovare un metodo di lavoro che poteva aiutarmi a tenere la situazione sotto controllo e avere la possibilità di percorrere la strada a ritroso  per trovare l’errore e comprenderne la natura. Per ogni scena dello spettacolo mi scrissi cosa doveva accadere, se doveva entrare un effetto particolare o se un contenuto video era in uscita.. insomma narrare e schematizzare il lavoro per avere una visione completa dello spettacolo. Poi c’è stata la scelta del metodo di sincronizzazione.


I mezzi che avevo a disposizione non avevo la possibilità di poter sincronizzare tramite un codice orario i vari PC, non avere un team di supporto può essere una cosa anche costruttiva, una soluzione si trova sempre, basta semplicemente confrontarsi con chi ti ha commissionato il lavoro. 

Quali strumenti e attrezzature hai utilizzato per raggiungere la sincronizzazione desiderata e garantire un’esperienza di alta qualità per il pubblico?

Ho optato per una configurazione molto semplice senza l’ausilio di macchine costose che si trovano comunemente nei festival o concerti. Il mio setup era composto da 3 computer connessi in rete da un piccolo software che si chiama RTP MIDI, questo crea un collegamento MIDI tramite cavo etherneth tra i vari computer per fargli scambiare i vari messaggi. Come sequencer ho usato Ableton Live perché mi da la possibilità di utilizzare non solo la parte di sequencing ma anche la sezione live per inviare contenuti su battuta o in momenti che sono strettamente correlati a un movimento di un attore che quindi non seguono un tempo relativo come quello musiche ma assoluto.

Il software luci è MYDMX3 fornito di interfaccia DMX di ADJ, sono onesto ha molti bug e non è molto stabile come software, ma posso dire che se si conoscono bene i suoi difetti e si riescono ad evitare fa il suo lavoro. Per il video uso VISIBOX un player di video e immagini che possono essere richiamati tramite CC MIDI. 

Quali sono state le tue fonti di ispirazione e riferimento nel migliorare le tue competenze tecniche?

Questa domanda non me l’aspettavo. Non ho un vero e proprio guru da dove posso prendere ispirazione, tutto quello che faccio è dato dalla mia voglia di crescita in ambito professionale, vorrei arrivare a un punto dove un domani potrei condividere le mie esperienze con i miei colleghi, giovani o anziani questo non fa differenza.

Come ti assicuri di mantenere l’integrità tecnica durante le rappresentazioni dal vivo, senza il supporto di un team di controllo tecnico?

La conoscenza dello spettacolo! Come detto in precedenza non poter dire alle macchine in quale punto dello spettacolo si trovano per loro risulta impossibile rimediare all’errore, e quindi bisogna avere molta attenzione su quello che accade in scena, e nel caso agire in manuale se dovesse succedere un intoppo.

Ci sono stati momenti particolarmente gratificanti o complessi nella tua esperienza di lavoro individuale sulla parte tecnica dei musical?

Il momento più gratificante è stato arrivare alla fine dello spettacolo senza problemi, questa è una di quelle sensazioni che puoi apprezzare solo vivendola. Alla fine di ogni spettacolo sembra di aver vinto il GP di Formula 1. I momenti più complessi sono quelli della programmazione dello spettacolo, stando in un teatro all’aperto si può lavorare solo di notte e non avendo a disposizione molto tempo per le prove si finisce per per avere ritmi molto serrati ed è proprio qui che entra in gioco un aspetto fondamentale: la facoltà di sapersi organizzare il lavoro.

Puoi condividerne alcuni esempi?

Nel montare il primo musical c’è stato un ritardo nella consegna degli ultimi brani, esattamente due notti prima di andare in scena ho ricevuto il materiale audio: ero a metà della programmazione dello spettacolo, la notte della generale mi mancavano ancora delle correzioni da apportare, altro materiale da inserire, lo stress e la stanchezza non giocavano a mio favore e le
continue richieste di modifiche su aspetti tecnici non ancora programmati sono, inevitabilmente, sfociate in me come sfogo di rabbia e frustrazione, naturalmente circoscritto al singolo episodio. A quel punto c’è solo una cosa da fare: trasformare la rabbia e la frustrazione in spinta  motivazionale al fine di completare il lavoro nei tempi prestabiliti, e così è stato.

Cosa consiglieresti ad altri professionisti che intendono intraprendere un percorso simile e lavorare autonomamente nella creazione della parte tecnica per le performance musicali?

Consiglio di essere curiosi, di fare domande a chi ne sa di più e poi a documentarsi il più possibile su tutto ciò che ci piace, che ci appassiona.
E si, è vero, siamo tecnici, ma se addizioniamo anche solo un pizzico di creatività al nostro “sapere tecnico” non siamo forse anche noi degli artisti?
Si, io credo proprio di si.

X